Diario di un Turista – Canavese tra Territorio e Enogastronomia

Il rilancio di Ivrea e del Canavese passa attraverso il riconoscimento Unesco, la valorizzazione ed il rilancio dei siti lavorativi della ex Olivetti, la natura di un territorio modellato nei secoli dal ritiro dei ghiacciai che hanno creato un anfiteatro morenico unico nel suo genere, e poi la storia e l’ enogastronomia.

In città una visita non può prescindere da ammirare alcuni dei complessi immobiliari fatti realizzare da Olivetti, perfettamente inseriti nel territorio, ma non vanno dimenticati gli edifici religiosi, dalla Chiesa di San Bernardino, con il ciclo pittorico della vita e passione di Cristo realizzato da Gian Martino Spanzotti,  al Duomo e alla chiesa San Nicola da Tolentino.

Tra le proposte gastronomiche da segnalare il recupero di piatti della tradizione, come la ” Zuppa di ajucche”, che in primavera viene inserita nei “menu'” di molti ristoranti. Si tratta di erbe spontanee perenni e rustiche che crescono negli alpeggi tra i 600 ed i 2000 metri. Si fanno lessare in brodo magro con l’ aggiunta di un battuto di lardo. In una teglia imburrata si fa uno strato ricoperto da fette di pane raffermo, una spolverata di parmigiano poi un secondo strato, Si versa il brodo di cottura poi in forno.

 

Altri piatti caratteristici del Canavese sono il “cavolo verza” e i “caponit”, foglie di cavolo ripiene di carne trita o di un impasto a base di salsiccia o salame. E a proposito del salame ecco il ” salampatata” , un piatto povero che utilizzava alcune parti meno pregiate del maiale e le patate bollite, aromatizzato da spezie, un insaccato da consumare nel periodo invernale e non oltre la primavera dal gusto leggero.

Tra i dolci ricordiamo una tipicita’ unica della citta’ di Ivrea, la ” Torta 900 ” prodotta in una storica pasticceria, creata alla fine del 19° secolo, tutelata da un marchio brevettato, formata da due dischi di una pasta tipo Pan di Spagna molto soffice, farcita con una delicatissima crema al cioccolato.

Per accompagnare questi piatti il Canavese vanta un vino bianco che fu tra i primi ad ottenere la Doc, nel 1967,  e che dal 2010 ha anche la Docg. L’ Erbaluce è un vitigno autoctono a bacca bianca che è fra i pochi che si prestano

ad essere lavorati  in tre tipologie: un bianco secco, uno spumante e un passito.

Renato Girello

 

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