TRENI A VAPORE, TRIFOLE E ATMOSFERE D’ANTAN

Se pensate che Alba sia la regina incontrastata della Fiera del tartufo vi sbagliate: da tempo immemore  Canelli, meraviglioso borgo  patrimonio Unesco, celebra in pompa magna la sua annuale  Fiera Regionale del Tartufo e lo fa contemporaneamente alla Fiera di San Martin.

 

Domenica 11 novembre uno storico treno a vapore, messo a disposizione dalla Fondazione Ferrovie dello Stato,  è partito con le autorità a bordo,  da Torino alla volta del celebre comune astigiano, attraversando Asti, Castagnole delle Lanze e Nizza Monferrato. L’occasione  è stata propizia per visitare non solo uno dei venti borghi più belli d’Italia  e gli splendidi paesaggi dalle dolci colline che cambiano colore ad ogni stagione, ma anche per scoprire una delle manifestazioni più antiche del Piemonte (testimonianze storiche attestano il commercio oltre-oceano del prelibato tartufo bianco,  già nel Cinquecento), oltre che un patrimonio gastronomico di grandi tradizioni.

Circa 150 produttori ed espositori hanno animato le piazze e le vie del centro cittadino, interamente chiuso al traffico,   per proporre le loro eccellenze gastronomiche al grande pubblico in abbinamento al tartufo bianco, degustato in varie versioni e ai rinomati vini locali.  Il Tuber Magnatum Pico più bello, esemplare dalle piccole dimensioni e dalle quotazioni inversamente proporzionali (con prezzi attestati da € 500/600 all’etto), è stato  premiato all’interno della Mostra Concorso dell’Enoteca Regionale di Canelli e dell’Astesana.

Canelli, dunque, non solo capitale dello spumante metodo classico, che lo ha reso celebre in tutto il mondo, ma anche di un patrimonio di eccellenze territoriali e di bellezze architettoniche sapientemente valorizzate.

I più curiosi hanno potuto prendere parte a visite guidate alle celebri Cattedrali sotterranee delle Cantine  Bosca, Contratto, Coppo e Gancia, anch’esse Patrimonio Unesco dal 2014,  veri e propri  capolavori d’ingegneria e di architettura enologica, nate a metà dell’Ottocento per la conservazione dello spumante d’alta gamma, l’Asti DOGC, oggi anche in versione dry, oltre che al Moscato d’Asti, l’Altalanga, veri e proprio fiore all’occhiello.

I golosi hanno sorseggiato  le grappe pluripremiate della storica Distilleria Bocchino al grido di  “sempre più alto!”, un motto che riassume pienamente l’attività costantemente  innovativa della maison e che rimane tuttora uno dei più azzeccati slogan televisivi della Tv nazionale. Alzi la mano chi non ricorda un giovane Mike Bongiorno, abbarbicato sulla vetta del Monte Cervino e del Monte Rosa,  innalzare al cielo la bottiglia col sigillo nero! Un ‘tormentone’, diremmo oggi, che accompagnava nel periodo del post ‘Carosello’ la buonanotte dei bimbi italiani e che segnò per sempre le sorti dell’epopea agro-alimentare del brand.

Ma la tormenta vera, ricorda il direttore,  fu quella di neve da cui il povero presentatore dovette proteggersi, una volta calato dall’elicottero sulla cima della montagna. Bloccato per ore e ore, in attesa che i soccorsi potessero portarlo in salvo e, a rischio assideramento, lo sfortunato (ma questo dipende dai punti di vista) Mike altro non potè fare che attaccarsi letteralmente alla croce del Cervino, unica ancora di salvezza e, alla bottiglia della grappa che pubblicizzava, cercando conforto nel generoso cicchetto.

 

Pioniera del riconoscimento a patrimonio dell’Umanità delle vigne e delle cantine della sua terra fu proprio la signora Miranda Bocchino, che ereditò dal padre la passione per la distillazione delle vinacce profumate del moscato. Battaglia appoggiata appieno dalle cantine storiche canellesi, che vide i suoi frutti nel 2014, quando la missione fu portata a termine e le Cattedrali sotterranee, valorizzate a regola d’arte e aperte oramai a visitatori  e turisti provenienti da tutto il mondo, furono riconosciute dall’Unesco tra i 50 fortunati paesaggi vitivinicoli culturali del Piemonte meridionale.

 

Città del vino, grazie alle sue 524 aziende vinicole, della Nocciola Piemonte IGP, del Vermouth, Canelli è dunque sede anche di importanti manifestazioni, oltre che di un imponente patrimonio storico, artistico  e architettonico.

 

Una terra dal fascino autentico e di immane bellezza, quello di Langhe, Roero e Monferrato, con la sua ricca testimonianza di castelli, ruderi, chiese, cappelle e abbazie dal forte misticismo, disseminate qua e là e inserite in una natura selvaggia, che sta conquistando lo scettro delle più ambite mete culturali e gourmet dei viaggiatori di nicchia provenienti da ogni parte del Pianeta.

 

Nasce proprio dall’esigenza di far fronte al crescente turismo d’élite   l’impegno della Fondazione delle Ferrovie dello Stato di riportare alla luce, in veste turistica,  il vecchio tratto ferroviario delle linee Asti-Castagnole delle Lanze-Nizza Monferrato, destinato una volta  ai pendolari.

Un impegno, sostenuto saldamente dal Presidente e fondatore Mauro Moretti, che ha anche come obiettivo di consolidare il forte legame esistente tra il territorio e il trasporto ferroviario, attraverso il recupero, la valorizzazione delle risorse storiche, culturali e gastronomiche e il progresso tecnico,  nell’ottica dei vantaggi di cui potranno fruire anche le generazioni future.

 

Un’iniziativa appena nata ma già di grande successo è quella avviata in Piemonte sulla linea Novara-Varallo Sesia per riportare il treno da pendolare a turistico, come testimonia il Direttore generale Luigi Cantamessa:   “ne è prova il saluto caloroso della popolazione accorsa in massa ad Asti, nel giorno della riapertura, per salutare il treno e assistere alle suggestive manovre di aggancio della doppia di locomotive a vapore, che ricorda gli anni Trenta-Quaranta, quando la stazione era trasversale per la linea Torino-tirrenica, Torino-Reggio Calabria”.

Un vero e proprio bagno di folla che si è ripetuto in ogni stazione, tra atmosfere  d’antan, bande musicali e festose cerimonie del taglio del nastro da parte delle autorità, a riprova dell’entusiasmo popolare per le iniziative che coinvolgono la memoria storica delle proprie terre.

 

“Salvaguardare le linee ferroviarie più belle preservandole  dal degrado che inevitabilmente incalza quando i treni non circolano e recuperarle per un traffico turistico nuovo non che è uno degli obiettivi del progetto. Recupero delle infrastrutture, messa in sicurezza delle vetture, arricchimento dei territori attraversati: il turista che scenderà da questo treno consumerà in modo etico, dormirà sul territorio, viaggiando a ritmo slow su carrozze che hanno visto molto tristemente lo spopolamento delle linee secondarie, oggi tornate su chiave arricchente, a testimonianza di un nuovo modo di viaggiare” ribadisce ancora il Direttore, ricordandoci che in Europa i rami secchi delle Ferrovie già da vent’anni sono motivo di rifioritura economica.

I numeri sono più che incoraggianti, anzi entusiasmanti: la Fondazione FS ha riaperto 600 km di binari dalla Valle dei Templi al Friuli; linee chiuse al trasporto locale, come quella abruzzese di Sulmona-Carpinone, detta la Transiberiana d’Italia, sono passate da 6.000/7.000 viaggiatori pendolari a 25.000 viaggiatori annui. Rapporto più che sfidante se si considera che i numeri attuali si riferiscono al solo fine settimana.  Una sfida da raccogliere senza esitazione, stando agli autorevoli dati dell’Università di Oxford, secondo cui a fronte di un euro speso per il biglietto del treno ne rimangono almeno due sul territorio.

 

Non c’è dunque da stupirsi se i biglietti messi in vendita per la riapertura della tratta turistica dei due treni storici  siano andati in sold out in meno di quattro ore, registrando un totale di circa 800 passeggeri.

 

Un processo di rinnovamento, quello messo in piedi dalla Fondazione,  con cui il treno tornerà a ricamare, a permeare il territorio, di pari passo al recupero di alcuni suoi tratti oggi abbandonati al degrado e, i cui risultati saranno commisurati al contributo di ogni suo attore: dal commerciante, all’autorità locale. Anche la Regione Piemonte sarà chiamata in causa per sostenere le numerose iniziative già calendarizzate.

Coi tour operator  è già stato programmato un pacchetto di corse-lancio, a prezzi sostenibili, con cadenza mensile che ambirà a diventare quindicinale, grazie anche ai finanziamenti  pubblici. Il resto sarà gioco da ragazzi: la zona è talmente di alto pregio che occorrerà fare poco per attrarre turisti!

 

In attesa di vedere in ogni stazione le aiuole rifiorire e le fontane tornare a zampillare, come auspica il Direttore, ci accontenteremo di ammirare attraverso i finestrini  la magia dei colori dell’autunno piemontese, dagli eleganti sedili in velluto rosso della prima classe, serviti e riveriti come viaggiatori di altri tempi, fregiandoci del privilegio di un punto di osservazione caldo, comodo  e spettacolare.

 

Sarà l’occasione per far parlare il cuore, per sentirlo  palpitare all’emozione delle calde sfumature del rosso dei vigneti  e,  per divagare con la mente tra recrudescenze di libri di storia e  lotte di feudi che per secoli si sono condivisi queste ambitissime colline.

 

I più romantici, una volta a terra, potranno optare per una fuga dal centro cittadino di Canelli, attraverso i sentieri della passeggiata recentemente battezzata Via degli Innamorati,  per ammirare, nel  tratto che da Piazza S. Tommaso conduce teneramente alla terrazza panoramica in Costa Belvedere, le installazioni antiche  e moderne dedicate ai celebri personaggi dell’artista francese Reymond Peynet. Un modo per chiudere in dolcezza una gita dal fascino abbondantemente retrò.

 

(Tania Boianelli)

 

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