Con questo viaggio vi portiamo in Senegal, famoso per le bellezze naturali, per lo spirito artistico dei suoi abitanti, per la musica e per l’artigianato, per le spiagge coronate da palme e per quello che la sua capitale, Dakar, richiama alla mente.
A Dakar, nel quartiere di Ouakam, troviamo Il Monumento al Rinascimento africano
La costruzione è rivolta verso l’oceano Atlantico, indicando simbolicamente la Statua della Libertà Americana.
Al suo interno, oltre a un piccolo museo, troviamo le testimonianze della sua inaugurazione avvenuta Il 3 aprile 2010 di fronte a 19 capi di stato Africani, una rappresentanza della Corea del Nord, il reverendo Jesse Jackson e il musicista Akon, entrambi statunitensi.
La capitale del Senegal è anche la porta di accesso all’Île de Gorée, una pacifica isola tropicale che dista solo 3 km dai palazzi del centro.
Con le sue stradine sabbiose chiuse alle auto e gli edifici coloniali , quest’isola di 28 ettari contrasta nettamente con l’animazione urbana di Dakar.
Le sue case in tinte pastello, la spiaggia scintillante e gli incantevoli panorami hanno un innegabile fascino.
Tuttavia la sua tranquillità nasconde un doloroso passato costruito sulla tratta degli schiavi – l’Île de Gorée è un monumento alle innumerevoli vittime che passarono di qui durante il periodo più drammatico dell’Africa.
La Casa degli schiavi ovvero La Maison des Esclaves, ne è triste testimonianza con le stanze minuscole e buie che fungevano da celle di detenzione.
Ceppi di ferro, moschetti e altri manufatti fanno rivivere gli orrori del passato.
Una ‘porta verso il nulla’ collegava le celle al punto di imbarco finale, dove uomini, donne e bambini innocenti venivano allontanati per sempre dalla loro terra.
A 40 cilometri da Dakar troviamo il Lago Retba o Lac Ròse, appellativo dato dalle acque che si tingono di rosa a causa della presenza di alghe che producono un pigmento rosso, il carotene, per resistere al forti raggi solari.
Il lago è anche una fonte di reddito dovuto alla forte presenza di sale che viene estratto manualmente dagli abitanti dei villaggi presenti nel territorio.
Scendendo a sud verso M’bour troviamo le zone più turistiche del Senegal, qui l’accoglienza e l’ospitalità assume un carattere decisamente più europeo.
Caratteristico il Paradise Rasta, colorato ritrovo situato sulla laguna di Somone e raggiungibile con piroghe dalla terraferma.
Sul litorale della laguna di Somone, verso l’oceano troviamo villaggi di pescatori che forniscono la materia prima su tutto il territorio limitrofo.
L’unico mezzo di trasporto locale esistente sono carretti trainati da cavalli e asini.
Verso sud, a Mombur, troviamo altre strutture alberghiere molto confortevoli, gestite per lo più da Afro-Europei.
Ci dirigiamo a sud, verso il delta del Sinè Saloum , attraversando la distesa dei Baobab, simbolo del Senegal e accentratore della vita sociale dei villaggi.
Nel percorso, troviamo il villaggio di Joal collegato con la piccola isola Fadiout , in quest’ultima la popolazione cattolica è numerosa, ma con reciproco rispetto e felice convivenza con la realtà mussulmana.
Le due cittadine sono collegate da un ponte in legno lungo 800 metri.
I fenomeni delle maree, in quest’area, favorisce la pesca e l’abbondanza di materia prima, molto gustose le lumache di mare e caratteristiche le strade completamente realizzate con le conchiglie raccolte.
Raggiungiamo il Delta del Saloum sino all’isola di Mar Lodj (lodgi) con una barca presa a Ndangane (Ndangan).
Percorriamo il fiume tra le mangrovie e le varietà di uccelli, al centro di una natura incontaminata, incontrando villaggi sparsi nel delta.
Questa zona è principalmente turistica data la bellezza del paesaggio naturale, e la pace dei luoghi lontani dalla civiltà caotica e rumorosa.
A Toba (Tuba), al centro del Senegal e 200 kilometri da Dakar, troviamo la Moschea più grande di tutta l’Africa.
L’edificio è la dimostrazione di convivenza con tutte le religioni, di un Islam più conciliante, difatti chiunque abbia una fede può accedervi, donne, bambini, cattolici e mussulmani uniti in preghiera.
L’edificio è una fusione di stili e paesi: i marmi rosa provengono dal Portogallo, quelli bianchi da Carrara, gli stucchi sono arabi e i tappeti provengono dal Belgio.
Dirigendoci verso nord/ovest, sopra Dakar, troviamo il piccolo deserto di Lompoul, che si estende lungo la costa e ripiega verso l’entroterra solo per qualche chilometro.
Qui, le dune sono alte e bianchissime e in lontananza, la notte, si sente il rumore del mare.
Un piccolo paradiso, lontano dal frastuono della capitale, qui difatti è anche possibile pernottare in un antico villaggio di pastori trasformato in residence, dove le tende sono state perfettamente arredate con tutti i confort di un albergo.
Saint Louis, situata alla foce del fiume Senegal e al confine con la Mauritania, si sviluppa in parte su un’isola dove vi è il centro storico più antico. Collegata con la terra ferma da un ponte mobile opera di Gustave Eifel
e con i suoi edifici coloniali in rovina, ha un fascino unico, tant’è vero che l’UNESCO lo ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità già nel 2000.
Nel vivace quartiere di Guet N dar, ovvero il villaggio dei pescatori di Saint Louis è possibile assistere al rientro dei pescatori dal mare, con le donne che scaricano quanto è stato pescato, fonte primaria di sostentamento.
Visitare il Senegal vuol dire vivere emozioni, profumi, suoni e colori che pochi posti al mondo possono offrire.
Luoghi e persone rimarranno sempre nel nostro cuore per la loro allegria e ospitalità.