‘La cucina italiana di Luana e Alessandro Belmondo: quando il nome è una garanzia’!

Incontriamo Luana Belmondo, nuora del celebre attore Jean Paul e il figlio Alessandro, proprietario del Caillebotte del 9° arrondissement di Parigi, durante una  pausa di lavoro del Festival Les Étoiles de Mougins con la delegazione italiana di Atout France, per conoscere da vicino il 7° e ultimo successo editoriale La nostra Italia.

Il libro non è un semplice ricettario, quanto piuttosto una storia d’amore e d’amicizia che percorre un viaggio culinario nei ricordi affettivi,  nei legami con le tradizioni culinarie del nostro Paese; un fil-rouge  che lega la passione di famiglia per il territorio italiano come una staffetta che si tramanda da mamma in figlio e che ha radice profonda nelle origini siciliane dei trisavoli di Alessandro e in quelle romane di Luana.

Le storie di vita quotidiana si intrecciano a ricette e culture locali e, ai ricordi del vissuto familiare nelle campagne toscane dove i Belmondo trascorrevano le vacanze, in quelle siciliane dei nonni di Bébel, in quelle laziali  e, a Venezia, città dei loro amori e degli amici.

Non mancano i segreti per fare ‘cacio e pepe‘ come a Roma, i  bigoli con le acciughe, la polenta con i gamberetti di laguna, le frittelle di ricotta, le pappardelle al cinghiale come in Toscana….ricette attinte alla tradizione popolare; foto e immagini luminose, dallo styling accattivante, che solo a guardarle ti fanno venire l’acquolina in bocca.

Un tributo vibrante all’autenticità italiana, alle tradizioni culinarie, alla storia e alla cultura del Bel Paese, espresso con la semplicità narrativa di una qualunque casalinga, ma con l’aggiunta delle note raffinate di una vera e propria ambasciatrice del gusto, che ha affabulato prima gli ascoltatori e gli spettatori di Canal Plus, France 5 e, di altre emittenti  radiofoniche e televisive e, successivamente, i lettori francesi,  con una carrellata di libri di ricette tricolori  in omaggio al Bel Paese (tra tutti: Ma cuisine simple et bon marché). Un impegno costante che le è valso anche il riconoscimento del Ministero degli Esteri come ambasciatrice italiana del gusto in Francia, dove si è trasferita, lasciando Roma, poco più che maggiorenne.

Ama definirsi una ‘cuoca semplice di tutti i giorni’, ma le sue esperienze sono ricche e complesse e, rimandano a grandi  tavolate estive con gli amici,  incontri con chef, viticoltori e produttori.

La separazione dal marito Alexander, pilota di Formula 1 e, figlio dell’iconico  attore, sposato a soli 19 anni, ha rappresentato un momento cruciale nella sua esistenza, la svolta. La difficoltà di un’esperienza dolorosa ha forgiato in lei una forza straordinaria, che le ha dato il coraggio  di trasformare, in età avanzata,  la sua  passione di sempre per la cucina in  un’attività  lavorativa. É qui  che  ha trovato  un rifugio, un modo per esprimere le sue emozioni e per far crescere i suoi figli: attraverso i fornelli, ha riscoperto non solo la sua identità, ma anche il potere catartico del cibo come veicolo di connessione e di comunicazione.

Affascina e seduce la naturalezza dei suoi racconti, anche quelli più intimi che  si intrecciano  profondamente con la sua passione per l’arte culinaria, lasciando trapelare  una forza eccezionale nell’aver affrontato sfide personali significative capaci di modellare la sua carriera prima di modella, poi di cuoca e, il suo nuovo approccio alla vita.

L’intimità nel racconto, unita alla capacità di reinventarsi, rende  Luana non solo una cuoca di talento, ma anche una narratrice della vita, una story-teller capace di trasformare le avversità in un viaggio culinario ricco di significati.  Le sue esperienze personali, quindi, non sono solo un bagaglio da cui attingere, ma anche una fonte di ispirazione per il suo approccio alla cucina e alla vita, un incipit costante a non arrendersi mai, neppure di fronte agli ostacoli apparentemente più insormontabili.

Non si è persa d’animo neppure durante la pandemia del Covid, quando     approfittando  della situazione di stallo ha lanciato la Luana Boxes for Christmas, con l’idea di mantenere vivo il rapporto con i suoi followers e, di continuare a promuovere il lavoro dei piccoli produttori italiani, la stagionalità degli alimenti e l’importanza della loro origine. Un vero e proprio successo che le ha fatto maturare l’idea di concepire una linea personale di prodotti di varia natura: dalle salse, al riso.

L’attenzione costante al territorio e ai suoi attori: gli allevatori, i contadini e i produttori,  emerge con slancio e costanza nelle sue pagine. Ci ha colpito,  tra i vari, l’aneddoto legato al periodo di vacanza in Sicilia con l’allora giovanissimo Alessandro, coinvolto dalla mamma nella raccolta delle mandorle sotto il sole rovente. L’intento? Fargli comprendere il sacrificio che c’è dietro ogni prodotto e l’importanza del rispetto per chi lavora la terra. Insegnamento che il giovane chef Alessandro ha  custodito come un prezioso tesoro; un bagaglio  valoriale duraturo e significativo che ha orientato le sue scelte professionali, ampliando il suo sguardo verso nuove prospettive.

La sua visione new wave pulsa  nelle pagine del libro ‘La bella Italia’ ed è ciò che caratterizza il suo bistrot gourmand, must-go della cucina parigina di qualità a costi sostenibili. É una ventata di freschezza cosmopolita che costituisce  il tratto distintivo dI un  giovane chef dal palmarès ricco di esperienze caraibiche, inglesi e, un  debutto londinese invidiabile  presso il Connaught di Helene Darroze.

Le sue scelte poco convenzionali segnano un vero punto di rottura e di rinnovamento anche nella brigata di cucina:  in barba ai colleghi propensi solo al pedigree immacolato, lui ha accolto nel variegato team  del Callaibotte,  tra gli altri: un ex giocatore di rugby, una professoressa e un giornalista.  I suoi criteri di selezione del personale si basano sul talento, sulla capacità e sull’estro nel trasformare le materie prime in piatti generosi, equilibrati e pieni di sorprese, molto più che sulle referenze blasonate.

Una visione ‘new wave‘  che costituisce il tratto distintivo di un  giovane chef dal palmarès invidiabile, ricco di esperienze caraibiche,  di un importante debutto londinese presso il Connaught di Helene Darroze e, che caratterizza fortemente il suo bistrot gourmand, must have  della cucina parigina di qualità a costi sostenibili.

La stessa che ritroviamo nel libro ‘La bella Italia’, insieme  a una ventata di impareggiabile  freschezza cosmopolita.

Un mix esplosivo, quello di Alessandro, che integra le tradizioni del patrimonio culturale italiano, frutto dell’eredità familiare,  con le  influenze internazionali  provenienti  da una complessa formazione professionale.  Questo connubio di passato e presente, unito  ai suoi tratti new wave e, innovativi, consentono all’erede del leggendario Jean-Paul Belmondo, di portare avanti con onore e orgoglio il nome di famiglia. Un legame profondo che ritroviamo anche nella  somiglianza fisica straordinaria con il nonno: i tratti del volto, la forma degli occhi, vivaci e espressivi, così come il sorriso contagioso, evocano il carisma e la presenza scenica del celebre attore.

E, al giovane Alessandro Belmondo facciamo i nostri migliori auguri, affinché continui a conquistare i gourmet d’oltr’Alpe, col suo tocco fresco e innovativo e, i suoi entusiasmi vibranti, grazie alle emozioni gastronomiche tramandate da mamma Luana, alla quale va  il nostro apprezzamento come educatrice e,  come esempio di empowerment femminile: un modello di forza e resilienza, che resiste alle avversità sapendole trasformare in opportunità.

Articolo di Tania Boianelli

‘La cucina italiana di Luana e Alessandro Belmondo: quando il nome è una garanzia’!
Tags:                     

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *